Questo blog nato da poco vuole raccontare le impressioni  e le esperienze di un viaggio in Giappone, paese che adoro e nel quale non speravo di poter ritornare per ben due volte! Con occhi occidentali ho cercato di carpire un pò dello spirito orientale, imparando molte cose. So che molti di voi sono più preparati di me sulla cultura, sul cibo e sul modo di vivere nipponico! I commenti e le precisazioni in merito saranno ben accolte, il blog è ancora in aggiornamento nelle sue sezioni e nelle immagini.
Grazie a tutti coloro che avranno voglia di leggermi!

giovedì 14 agosto 2008

Una giornata a Kyoto





13/07/08
Kyoto è una città meravigliosa, avrei voluto rimanere qui molto di più ma per una serie di scelte indipendenti dalla mia volontà, sarà una visita lampo di una giornata. Per fortuna ci sono già stata due volte nel mio precedente viaggio in Giappone quindi oggi cercherò di vedere cose diverse.
La giornata parte male perchè mi accorgo che la mia cura non sta di nuovo funzionando e questa volta non so perchè...lo stress del viaggio in aereo forse? O tutto il resto? Mi sale l'angoscia e l'umore è sotto i piedi...
Usciti da Kyoto Station, un gioiellino architettonico, il nostro amico giapu va alla ricerca del bus che ci porti alla Pagoda d'oro. Sì lo so, ho detto che avrei visto cose diverse dall'altra volta ma qui ci torno volentieri, sacrificando un paio d'ore per chi non c'è mai stato. Io so dov'è la fermata del bus numero 6, me lo ricordo benissimo, ma lascio che sia lui a trovarla con tutta la sua flemma.
Arrivo finalmente a destinazione dopo una ventina di minuti e prima di entrare nel parco si fa una tappa colazione. Un localetto strano, pieno di chincaglierie di porcellana, centrini, foto e quadri alle pareti. La signora ci fa il caffè e lo serve con pane tostato, banana e uovo sodo. Dice che ama la musica classica, Wagner in particolare e in effetti il sottofondo musicale del bar è una trascrizione per organo orrenda della Cavalcata delle Walkirie ...
Che bello questo parco! Kyoto conta più di duemila templi, una testimonianza della storia e della cultura giapponese come in nesun'altra città. Qui per fortuna non c'erano bersagli militari quindi ogni bellezza ha attraversato incolume la seconda guerra mondiale.
Ogni tempio è racchiuso in un parco meraviglioso dove giardini perfetti sono curati dalle sapienti mani dei monaci. Ogni filo d'erba, ogni fiore, ogni profumo nell'aria qui segue un disegno preciso anche se tutto sembra crescere e fiorire per caso, naturalmente. Il profumo , il fresco ed il silenzio sono le caratteristiche di questi luoghi... non oggi qui a Kinkaku ji dove nel giro di pochi istanti il contenuto chiassoso di tre bus viene scaricato con tutti i suoi ombrelli e macchinette fotografiche nel viale d'accesso alla Pagoda. In un attimo la magia scompare, come formiche vecchiette urlanti con gli occhi a mandorla si sparpagliano ovunque in un gran caos da gita delle pentole. Per fotografare il lago e la pagoda devo aspettare un bel pò per non avere intrusi nel panorama ed il mio malumore aumenta.
Sette anni fa era stato diverso, arrivai qui all'orario di chiusura e la pagoda col suo laghetto erano apparsi improvvisamente, silenziosi e bellissimi...ma forse ero solo io ad essere diversa...
Kinkaku ji è come il Colosseo, un simbolo, un panorama nel quale immortalarsi. Ci sono cose migliori dal valore artistico nettamente superiore, tipo Ryoan ji col suo misterioso giardino zen o il tempio di Sanjusangendo nel quale sono racchiuse mille statue di legno dorato che raffigurano le varie immagini di Buddha. Questo posto mi piace molto ed anche nel piccolo giardino con i suoi ponticelli ed suoi laghetti è piacevole passeggiare nonostante il caldo torrido di mezzogiorno.
E' giunta l'ora di fare una pausa in un ristorantino con un bel giardinetto zen annesso.
Dopo pranzo la visita lampo di Kyoto procede in modo meno mistico. Andiamo al mercato, una lunga distesa di gallerie dalle luci colorate dove i banchi espongono merci di vario tipo, dal té verde al pesce secco, dalle ciotoline di terracotta ai kimono, tra odori di vario genere. Compro dell'ottimo té verde e le alghe nori per il sushi, la farina per il tempura e i dolcetti con la marmellata di fagioli rossi. Devo trattenermi perchè comprerei mille cose pur di portare a casa il più possibile di questo posto!
Dal mercato si arriva velocemente a Ponto-cho, antica via di locali notturni e ristoranti  che sorge sul fiume e che si anima di sera. Siamo a Gion, il famoso quartiere delle geishe. Qui il traffico e le costruzioni moderne hanno un pò cancellato il fascino di questo luogo, ma basta addentrarsi per le vie secondarie ed è facile scorgere angoletti incantevoli  in cui, verso sera, appena le mille lanterne di carta si illuminano, non è difficile incontrare una geisha o una maiko - l'apprendista geisha - diretta ad un appuntamento. Su Hanami koji, entriamo in una casa da tè per degustare il tè verde tradizionale, polverizzato, molto denso e dal sapore amaro, servito con dolcetti che fanno da contrasto. La cerimonia del tè è un'arte, anzi un vero e proprio rito che ha origini religiose antichissime ma qui ci viene servito già pronto, senza cerimonie ed è buonissimo comunque...
Sono le sette di sera ed il sole è quasi tramontato. Usciamo  e... ferma al semaforo in mezzo ai passanti c'è una geisha, truccata e vestita come nelle cartoline che probabilmente sta andando ad un appuntamento. Le scatto alcune foto anche se non è molto carina in realtà, attraverso la strada dietro di lei, le scatto una foto all'acconciatura e all'altro incrocio ne spunta un'altra, bellissima e molto giovane, forse una maiko, con la sua assistente. Ha lo sguardo fiero di chi sa di essere bella e ammirata, le donne in kimono la salutano inchinandosi e lei impassibile continua per la sua strada. E' così strano vedere queste donne padrone di qualunque segreto di seduzione passare in mezzo a ragazzi col ciuffo biondo o salire su un taxi, sembrano uscite dal passato. In realtà pare siano pochissime ormai, non più di un migliaio in tutto il Giappone. Il mio pensiero va a Memorie di una geisha, struggente storia di una di queste ragazze... Ne becco una terza con un kimono verde smeraldo ma svanisce in un vicolo prima che che io riesca a fotografarla...Dobbiamo tornare in stazione per non perdere l'ultimo shinkansen per Tokyo...Riesco ancora ad entrare da Yogiya negozio di ciprie e saponi naturali dove compro una polvere di riso profumata ed impalpabile... magari con l'inverno la mia pelle si schiarirà un pò e potrò trasformarmi in una diafana geisha anch'io!

1 commento:

marcella candido cianchetti ha detto...

gran bel post ,fortunata che trovi la magica polvere di riso buon fine settimana