Questo blog nato da poco vuole raccontare le impressioni  e le esperienze di un viaggio in Giappone, paese che adoro e nel quale non speravo di poter ritornare per ben due volte! Con occhi occidentali ho cercato di carpire un pò dello spirito orientale, imparando molte cose. So che molti di voi sono più preparati di me sulla cultura, sul cibo e sul modo di vivere nipponico! I commenti e le precisazioni in merito saranno ben accolte, il blog è ancora in aggiornamento nelle sue sezioni e nelle immagini.
Grazie a tutti coloro che avranno voglia di leggermi!

mercoledì 24 settembre 2008

Arrivo a Shirahama



20/07/08

Solita stazione di Shinagawa, solito caffè italiano, solite code ma stamattina con le valigie! Si va a Narita, aeroporto cittadino raggiungibile con la Tokyo Monorail in soli venti minuti da qui. Abbiamo appuntamento con Mikako e le sue bambine che verranno al mare con noi, il volo per Shirahama è alle 13,00 quindi avremo anche il tempo per pranzare prima dell'imbarco. L'aeroporto è molto grande e caotico, per molti cominciano le vacanze e pare che la nostra destinazione sia una delle località balneari più ambite dalle famiglie giapponesi. 
Effettuato il check in acquistiamo un bento da consumare, come fanno tutti, scomodamente seduti nella sala d'aspetto. I bento sono dei favolosi pasti pronti, confezionati in scatole di plastica o legno, dove il piacere dato dall'accostamento di sapori diversi è uguagliato dall'armonia con cui i cibi vengono accostati, belli da vedere insomma oltre che buoni da mangiare! La scelta è difficile perchè i tipi di bento sono tantissimi, vegetariani, con carne, con pesce, di sushi, con riso...alla fine ne scelgo uno che ha dentro un pò di tutto, attratta più dai colori che dal contenuto. La scatoletta viene scaldata al microonde e restituita con bacchette, tovagliolini e salsine per condire, inutile dire che il pasto pronto costa pochissimo.
Finalmente la chiamata del volo, si parte! Il decollo da Narita è divertente perchè la pista davanti al mare costringe i piloti a "impennare" parecchio e la sensazione di stomaco nelle orecchie è piuttosto forte! Siamo già in quota e da qui per la prima volta vedo nella sua forma conica perfetta l'agognata Fuji-san, già, perchè da terra non si vede mai per via dello smog.
Tra uno snack e un caffè servito dalle sorridenti e impeccabili hostess della JAL, l'oretta di volo passa veloce ed ecco sotto di noi, tra masse rocciose enormi, una strisciolina d'asfalto che finisce a picco sul mare... la pista dell'aeroporto di Shirahama. Ma riuscirà a beccarla e a fermarsi prima di finire in mare? Gu è terrorizzato, in effetti la manovra di avvicinamento è lunga e piena di virate sulla scogliera per mettersi in linea con la pista...si avvicina...piano...toccato terra!...Frena? Frena! Frenaaaaaaa.............Eccoci al mare sani e salvi!
Usciti dall'aeroporto più piccolo che abbia mai visto mi accorgo che fa molto caldo ma qui il cielo è azzurro, il sole splende e l'oceano Pacifico è là davanti immenso e blu.
Arriviamo alla pensione che i nostri amici hanno prenotato per noi, è una specie di ryokan, l'albergo tipico giapponese in cui ci sono anche dei mini appartamenti di proprietà. La stanza è bella e grande, ovviamente c'è il tatami e si entra scalzi, al di là della parete scorrevole un'altra stanza con divano, tavolino, frigo, l'immancabile bollitore per il tè e un piccolo giardino. Il futon è piegato in un angolo con le coperte e i cuscini, così che di giorno il tatami può essere utilizzato per guardare la tivù o chiacchierare seduti su ampi cuscini. Ovviamente c'è anche un piccolo bagno ma senza doccia poichè quella si trova nel sento, il bagno comune. Shirahama è una località termale rinomata da secoli e in ogni albergo o casa c'è un onsen. Presa confidenza con la stanza e montato il futon in tutti i suoi strati vado subito a provare il bagno di acqua termale bollente. Anche qui una lunga fila di docce basse e poi la vasca, non molto grande, decorata da pietre da cui sgorga l'acqua ferruginosa e caldissima.
E' già ora di cena e i nostri amici giapu che qui sono di casa ci portano a mangiare in uno shokudo, ristorante tipo self service i cui piatti, giapponesi ma anche occidentali, sono esposti in vetrina in fedeli riproduzioni di plastica. Un pasto costa circa mille yen (sei euro e cinquanta), l'acqua, il tè verde e il brodo si prendono liberamente dai distributori. Tutto molto buono e cucinato sul momento.
Prima di dormire altra puntatina all'onsen e poi a nanna nel letto più basso che abbia mai provato.


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