Questo blog nato da poco vuole raccontare le impressioni  e le esperienze di un viaggio in Giappone, paese che adoro e nel quale non speravo di poter ritornare per ben due volte! Con occhi occidentali ho cercato di carpire un pò dello spirito orientale, imparando molte cose. So che molti di voi sono più preparati di me sulla cultura, sul cibo e sul modo di vivere nipponico! I commenti e le precisazioni in merito saranno ben accolte, il blog è ancora in aggiornamento nelle sue sezioni e nelle immagini.
Grazie a tutti coloro che avranno voglia di leggermi!

sabato 12 luglio 2008

Hiroshima



Lo Shinkansen arriva puntualissimo alla stazione di Hiroshima alle 9 del mattino, dopo circa mezz'ora di viaggio da Osaka. E' una giornata di sole, siamo sul mare e finalmente si vede il cielo azzurro, altrove reso grigio dallo smog. Non fa nemmeno troppo caldo e ci si accorge subito che questa città è più piccola delle altre, forse più a misura d'uomo. Fuori dalla stazione c'è il capolinea dei tram e una di queste linee è quella che arriva all' Hiroshima Peace Memorial Museum. Ho un pò di ansia e durante tutto il tragitto in tram mi chiedo come sarà questo posto, sono curiosa di vedere la cupola, deve essere molto grande e chissà come mi sentirò a vedere una cosa che di solito sta sui libri di storia...
Finalmente arriviamo e già attraversando la strada in mezzo al verde del parco si intravede il Genbaku Domu-mae oppure A Bomb Dome, la struttura in ferro della cupola sulla quale è esplosa la prima bomba atomica. Di colpo la nostra allegra comitiva ammutolisce e da qui in poi ognuno vivrà in silenzio, senza bisogno di commentare, tutto quello che ci si imporrà allo sguardo in modo indelebile.
La prima cosa che noto è che questo edificio è piccolissimo e la cupola avrà una circonferenza di sei o sette metri al massimo. Fu costruito da un architetto Ceco nel 1915 come salone delle esposizioni dallo stile europeo, per promuovere la vendita delle merci prodotte nella prefettura di Hiroshima. Cambiò poi nome diventando il salone delle esposizioni per la promozione industriale.
Quando la bomba esplose, a 600mt d'altezza sopra la cupola, devastò immediatamente l'edificio, e il calore da essa prodotto uccise all'istante tutte le persone che in esso si trovavano. Essendo l'epicentro dell'esplosione tuttavia non tutto è collassato e la struttura in ferro è rimasta, diventando nel 1966 patrimonio dell'Unesco e simbolo della tragedia. Sono già molto commossa a questa vista, allora è tutto vero, questo posto ha una collocazione reale nel mondo ed io oggi sono qui...
Scatto molte foto poi attraverso il ponte verso il Parco della Pace, da qui l'angolazione e la luce sono migliori...
Il parco è molto grande e bello a sinistra del ponte in fondo al parco c'è il museo, a destra il monumento commemorativo per la pace dei bambini, una delle cose più commoventi di questa visita. Il monumento è dedicato a Sadako una bimba morta di leucemia che quando scoprì di essere malata (aveva dieci anni) decise di fare mille gru di origami. In Giappone la gru è simbolo di longevità e felicità e la bambina sperava che raggiungendo il suo scopo sarebbe guarita...Ma morì prima di portare a termine l'impresa che fu completata per lei dai suoi compagni di classe. Ancora oggi milioni di bambini da tutto il mondo mandano le loro gru di carta e chiunque passi da qui può lasciarne una...Lascio anch'io una gru di carta che avevo trovato sul cuscino in albergo e scrivo un biglietto, mettendo il tutto in una delle teche di plastica in mezzo a milioni di altri origami.
Dal monumento a Sadako sullo stesso viale andando verso l'edificio del museo si incontrano altri monumenti tra cui la fiamma perpetua, che verrà spenta solo quando tutte le armi atomiche del mondo saranno smantellate ed il cenotafio che custodisce il registro con i nomi di tutte le vittime della bomba. L'architetto Kenzo Tange che ha progettato i monumenti ha dato al cenotafio una forma arcuata , al centro della quale è perfettamente inserito il Bomb Dome. Altra foto e poi in mezzo a molti altri occidentali in coda verso la biglietteria.
Ma questo lo racconterò domani, ho bisogno di prender fiato...


per saperne di più www.pcf.city.hiroshima.jp in alto a dx potrete tradurre in inglese.

Hiroshima, seconda parte



Con l'ausilio dell'audioguida in italiano comincio la visita al museo della Pace di Hiroshima. Il museo è composto di due parti, l'ala est che, usando oggetti, modellini, materiali visivi e pannelli, racconta Hiroshima prima del bombardamento, lo sviluppo della bomba fino alla caduta e la situazione mondiale nell'era atomica. L'ala ovest espone gli oggetti delle vittime e tutto quello che può servire a farci capire cosa è successo alle 8 e 15 del 6 agosto 1945. Questa seconda parte della visita è la più terribile perchè mette davanti agli occhi di tutti l'orrore dei danni provocati dalle radiazioni, dal vento esplosivo e soprattutto dal calore generato dall'esplosione. Si parla di un milione di gradi al momento dello scoppio (avvenuto a 600mt di altezza) conseguito in una palla di fuoco di 280 mt di diametro da 5000 gradi*...Migliaia di persone sono state letteralmente sciolte dal calore senza lasciar traccia, di loro non si è mai conosciuta l'identità. Molti degli oggetti esposti appartengono a queste persone e sono stati ritrovati da familiari che preoccupati per la sorte dei loro cari si sono recati sul posto della sciagura riconoscendo solo qualche effetto personale scampato al calore o alla pressione del vento atomico. I racconti sono struggenti e l'angoscia è tanta, spesso sono racconti di genitori in cerca dei figli a scuola...Nel raggio di 2 km dal punto dell'esplosione fu tabula rasa, altrove i sopravvissuti si arrampicavano tra le rovine cercando un riparo bruciati e con gli abiti a brandelli. Smetto di fare foto, non ce n'è alcun bisogno poiché le immagini, gli oggetti, i racconti si sono fissati in modo indelebile nella mia memoria.
Nell'ultima parte si vedono i danni provocati  dalle radiazioni, anche dopo molto tempo. Gli effetti acuti dopo un breve periodo dopo l'esplosione vanno dalla nausea alla diarrea, alla perdita dei capelli e alla stanchezza cronica che porta alla morte. Gli effetti tardivi che si manifestano dopo un paio d'anni ma anche dopo dieci sono cheloidi, leucemie e tumori di vario genere.
Di questi tumori soffrono molti degli Hibakusha, i sopravvissuti alle bombe di Hiroshima e Nagasaki che con il loro Movimento, attraverso le loro testimonianze, si battono per la Pace (per saperne di più www.didaweb.net/mediatori.php?id_vol=1138 ).
Gli Hibakusha hanno dipinto gli attimi dopo lo scoppio della bomba, ognuno a modo proprio, attraverso la propia esperienza carica di dolore e questi disegni concludono la mostra. C'è anche lo spazio per i messaggi di Pace che tutti possono lasciare, sfogliando le pagine si leggono quello di Giovanni Paolo II e di Gorbaciov e di molti altri grandi della Terra. Accanto a loro il mio messaggio si perde tra le altre migliaia tanto che anch'io ho dimenticato cosa ho scritto in preda all'emozione più forte e terribile mai provata fino ad oggi...

*per la cronaca: la bomba pesava 4 tonnellate ed era lunga 3 metri. Dei 50kg di uranio trasportati da Little Boy, solo un kilo ha sprigionato la sua energia dopo la fissione, energia pari a 16000 tonnellate di esplosivo convenzionale. Più o meno il 50% di questa energia è stata liberata sotto forma di vento esplosivo, il 35% sotto forma di calore ed il 15% sotto forma di radiazioni. Calore e vento hanno distrutto nel raggio di due kilometri, verso la fine del 1945 la bomba aveva già ucciso 140.000 persone.

Hiroshima, terza parte, un tramonto indimenticabile






Usciamo dal museo verso le 14,00, nessuno ha voglia di parlare e fa caldissimo. Entriamo in un centro commerciale fuori dal parco per rinfrescarci e mangiare qualcosa...si pranza con un menù a base di Tonkatsu, filetto di maiale impanato e fritto alla maniera leggerissima giapponese, accompagnato da riso, verdure e brodo.
Poi di nuovo in tram per andare a vedere un altro patrimonio dell'umanità di tipo diverso, Itsukushima-jinja, il santuario di Miyajima che con il suo famoso tori (la porta del santuario) in mezzo al mare è uno dei siti più fotografati del Giappone.
Il viaggio in tram è interminabile e solo dopo un'ora arriviamo al porto. Miyajima è un'isola davanti alla costa di Hiroshima. Il tragitto è breve, in tempo per la foto di rito al tramonto col sole che sembra entrare nel santuario dal tori galleggiante. L'isola è bellissima e silenziosa, alcuni cerbiatti vagano liberi per strada, il tempio e la pagoda sono sulla parte più alta mentre in basso già le lanternine cominciano ad accendersi...La pace che si respira in questo luogo abitato dai monaci buddhisti e da alcuni pescatori mi rasserena. Ad Hiroshima l'orrore è racchiuso nel museo e nella consapevolezza delle persone, ma qui esiste anche la bellezza e questo tramonto silenzioso lo testimonia da sempre, regalando ogni giorno serenità a chiunque sappia guardarlo. 

Le mille luci di Osaka

















Partenza all'alba per prendere l'ennesimo Shinkansen che in meno di tre ore, ai 300 all'ora ci porterà da Tokyo ad Osaka. Belli questi treni, hanno il muso da papero aereodinamico, sono pulitissimi e soprattutto puntualissimi. Le ferrovie giapponesi danno ad ogni macchinista una tolleranza di ritardo di due tre minuti... all'anno...
Il controllore entra nel vagone e si inchina, controlla i biglietti e s'inchina, esce dal vagone e si inchina...
Il panorama scorre velocissimo e dopo due ore si arriva a Kyoto poi, in mezz'ora, eccoci a Shin-Osaka, la stazione dei treni veloci. Da là c'è una linea della metro che arriva in centro.
Osaka è una città famosa per il commercio e la buona cucina, non molto bella poichè si mostra come una distesa di blocchi di cemento, fu rasa al suolo durante la seconda guerra mondiale, palazzoni, sopraelevate, migliaia di sale giochi e centri commerciali.Tuttavia ha un fascino tutto particolare che appare al calar del sole, quando le squallide vie si illuminano di mille insegne e una fiumana di gente si riversa per strada.
Città della buona cucina ho detto e infatti la prima tappa è un ristorante dietro la stazione per degustare gli udon,spaghettoni di grano spessi e bianchi che vengono serviti caldi e in brodo, accompagnati da tofu, verdura o tempura di gamberi e verdure. Gli udon si possono mangiare anche asciutti, in questo caso vengono serviti freddi, su una griglia di bambù, accompagnati da una tazza con un brodo freddo e verdura. Questa pasta giapponese è una delizia, la mia passione sono i tempura udon, accompagnati col fritto giapponese leggerissimo e croccante e infatti scelgo questo menu che costa ben 5 euro! Arriva una scodellona fumante e bellissima (la composizione dei piatti è sempre fondamentale qui!) Passo all'attacco, armata di bacchette nell'impresa di tirar su dal brodo un lungo spaghettone alla volta. Qui si può fare una cosa a noi vietatissima dalle buone maniere: quando si mangiano zuppe o piatti di questo tipo si ci si deve aiutare succhiando il brodo e lo spaghetto rumorosamente...una piccola rivincita alle sgridate che mi prendevo da bambina quando mi divertivo a bere il brodo inconsapevolmente "alla maniera giapponese"!
Dopo un buon tè verde ed un sakè ghiacciato entriamo a fare un giro in un grande magazzino tipo: quindici piani di cui due sotterranei, che sono un vero e proprio mercato alimentare, e due in cima all'edificio dove ci sono sale da tè e ristoranti. Nel piano della frutta e verdura ci sono dei banchi che vendono della frutta assurda per le dimensioni ed il costo.Ci sono delle pesche che costano l'equivalente di 15 euro l'una, enormi e profumatissime, angurie quadrate e ciliegie grandi come prugne. Compriamo una pesca in cinque (!) ed è veramente buonissima e succosissima.. c'è qualcosa che non capisco...è troppo perfetta...sarà mica un prodotto di laboratorio?
Usciti dal magazzino prendiamo la metro per Dotombori, il quartiere più commerciale di Osaka, chilometri e chilometri di gallerie che ospitano negozi alla moda, ristoranti, centri commerciali, negozi d'elettronica e pachinko, la risposta giapponese alla slot machine.
Entro in un negozio di scarpe dove ci sono dei modelli assurdi ed economici ma non compro nulla, le scarpe qui hanno tre taglie S,M,L. La M mi è piccola e la L troppo grande, ora capisco perchè la maggioranza delle ragazze cammina perdendo le scarpe dai talloni...E' calata la sera e Dotombori mostra la sua atmosfera alla Blade Runner.Migliaia di insegne al neon di ogni colore si illuminano, tra i richiami dei ristoratori ed una confusione incredibile.E' già ora di cena e stavolta si prova un'altra specialità. Il ristorante ha salette separate per ogni gruppo di avventori e su ogni tavolino ci sono delle griglie che vengono accese al nostro arrivo. Si ordinano a piacere carne, pesce, verdure che vengono portati in tavola e cucinate direttamente dai commensali...tutto buonissimo alla modica cifra di 9 euro a testa.
La serata si conclude in uno squallido baruccio in una squallida via dietro l'hotel, tra prostitute attempate che adescano impiegati e personaggi di vario tipo ma apparentemente innocui. Bevo un sakè strepitoso, uno dei più buoni della città pare,spillato da una botte di legno e servito in bicchieri laccati e quadrati.Si beve mangiando sottaceti e con delle prese di sale. Foto ricordo con gli altri avventori e nanna... Domani si parte presto, sarà una giornata particolare, destinazione Hiroshima.

venerdì 11 luglio 2008

Sushi che passione!


Ho tralasciato fin'ora un argomento che ai cultori dell'arte culinaria non sarà passato inosservato. Il cibo giapponese è una delizia non solo per gli occhi ma anche per il palato. L'amico giapu ci ha già fatto provare di tutto, dal tofu,al pesce cotto in vari modi, pasta di grano, pasta di riso con carne, con verdure,al vapore, alla brace...una sola cosa è rimasta fuori. Per i giapponesi è solo uno spuntino da fare davanti a una birra, per noi un sapore spesso proibito visti i costi italiani...Finalmente il grande momento è arrivato! Dopo una giornata trascorsa trotterellando tra una metro e l'altra con un caldo disumano e dopo una serata di romantiche vedute dall'alto dei grattacieli di Shinjuku, guidati da una discreta fame ci accingiamo all'ennesimo viaggio per raggiungere all'altro capo della città il quartiere del mercato del pesce, Tsukiji, luogo di perdizione in cui il desiderio si focalizza su una sola immagine: SUSHI.
Tra le decine di locali che si affacciano sulla via principale ne cerchiamo uno preciso, quello indicatoci da un'amica di Tokyo, uno dei più famosi, aperto 24 ore. Sushizanmai è un sushibar in cui i camerieri dietro al banco ti accolgono urlando una cantilena incomprensibile ma che, non so perchè, sa un po di presa in giro...Non fai in tempo a sederti che già ti portano tè verde, brodo di pesce e uno stuzzichino delizioso a base di polpo, capesante e zenzero...
Oddio da cosa comincio, quanti pezzi ordino? Parte il primo pezzo di tonno, il filetto rosso, due pezzi preparati al volo che si materializzano davanti a me! Il sapore? Non si può descrivere ma è una specie di orgasmo del palato! Via al salmone e un'altro pesce, poi bis di tonno stavolta il filetto pregiato,toro,si scioglie in bocca!
Placata l'ingordigia, dando uno sguardo più ragionato al menù, scopro che per soli 3000 yen (circa 18 euro) si può avere il menu degustazione misto o di solo tonno...ovviamente la scelta ricade sulla seconda opzione e in men che non si dica questo bel vassoio appare davanti a me, in tempo per esser fotografato prima di sparire...Allora tre scelte di tonno dal filetto normale al fatty tuna, maki roll, i rotolini di alghe con il riso ed il pesce al centro, un maki strepitoso di tonno sminuzzato con cipolla verde, broiled fatty tuna, scottato alla fiamma sul momento...insomma una meraviglia! A sinistra altri tre roll gentilmente offerti da un tipo che voleva farci provare una cosa buona...forse ricci o qualche strana conchiglia...comunque buoni. Pancia piena, voglia più che soddisfatta alla modica cifra di ventidue euro a testa...se penso ai vari Kiki e Kuki...pallide fotocopie e per di più costose...
E' già l'una passata, il nostro amico giapu dice che a quell'ora il pesce non è più tanto fresco... in effetti bastava aspettare un paio d'ore, quando il mercato di Tsukiji si sveglia col pescato del nuovo giorno...Ma questa sarà un'altra avventura...

I grattacieli di Shinjuku


Tre fermate dopo Shibuya con la JR si arriva a Shinjuku station, un nodo ferroviario da tre milioni e mezzo di pendolari al giorno, l'ennesimo delirio tra più piani sotterranei in cui districarsi. Per andare a vedere i grattacieli bisogna trovare l'uscita ovest, nishi shinjuku. Anche se e' tutto specificato non è per niente facile, ogni edificio ha la sua entrata dalla stazione e così mi ritrovo a percorrere centinaia di metri in un lungo corridoio sotterraneo seguendo le indicazioni per il Tokyo Governement Office, le torri gemelle progettate da Kenzo Tange che offrono un osservatorio gratuito a 240 metri d'altezza...e Tokyo by night da qui non è niente male, si vedono gli altri edifici intorno, su quelli più bassi si vedono le piscine, i campi da golf o le piste d'atterraggio per gli elicotteri sul tetto, si vede la Tokyo Tower (alias la copia della tour Eiffel solo che questa è rossa!) o lo Studio Alta copia dell' Empire State Building...Non stupitevi di tutte ste copie, la baia di Tokyo sembra quella di Manhattan con tanto di ponte e statua della libertà!!!!
La cosa che mi diverte di più dei grattacieli è il saliscendi in ascensore, una specie di lancio spaziale, tipo settanta piani in quaranta secondi, arrivi su con lo stomaco nelle orecchie che forse si tappano per questo...Divertente è poi confrontare i diversi ascensori e se poi hanno una finestra di vetro sulla città ancora meglio!
Uscita dal palazzo del governo ripercorro a livello sopraelevato rispetto alla strada la via per andare alla stazione e mi godo lo skyline offerto da tutti gli edifici radunati in pochi isolati...fantastico! Non so perchè questi palazzoni così alti e oscillanti mi incantino così tanto...
Accanto ai grattacieli dal lato ovest c'è Electric Street un quartiere dell'elettronica dove nelle grandi catene di distribuzione si possono trovare meraviglie tecnologiche molto lontane da noi o cose più normali a prezzi competitivi.Il fatto è che uno di questi negozi di media dimensione solitamente sta su quindici piani, uno tutto cellulari, uno solo macchine foto, uno videocamere o pc...è facile star dentro una giornata!
Ad est della stazione, che tra l'altro ospita molti grandi magazzini di Tokyo, c'è Kabuchicho, il quariere a luci rosse , tra localetti e umanità di vario genere, saune e insegne luminose vale comunque una passeggiata...
Domani tornerò qui di giorno ad esplorare alcuni negozi di cianfrusaglie a 100 yen...

giovedì 10 luglio 2008

un piccolo onsen di quartiere


 Sette anni fa vagavo sola per le vie di Asakusa, era domenica e c'era una strana quiete fuori da Nakamise-dori e dalle sue bancarelle. Soffiava un venticello caldo e il suono dei campanellini appesi per Kappabashi-dori creava un'atmosfera surreale..immaginavo un giorno di poter essere là con te, in quel luogo, per poterne condividere la magia. Ma oggi non è andata esattamente come prevedevo, allora meglio sola a vagare nella folla e perdermi cercando di annullare per un pò la mia storia e miei pensieri.
A questa distanza tutto sembra lontano, ma la mia angoscia non se ne vuole andare...proverò a rilassarmi con un bagno bollente. Trovo facilmente il vicoletto dove si trova Jakotsu-yu onsen, faccio il biglietto alla macchinetta, compro asciugamano e saponetta ed entro in questo piccolo onsen* di quartiere, semplice e pulito. Lo spogliatoio è grande da ospitare anche due poltrone massaggianti e la tv. Mi spoglio completamente, lascio le mie cose nell'armadietto ed entro nel bagno dove una lunga fila di docce basse precede la vasca termale. Mi lavo a lungo, imito un pò i gesti delle signore presenti e poi mi avvicino alla vasca. L'acqua sgorga a 47 gradi circa ed è di un colore scuro, ferruginoso. Entro fino alle ginocchia e penso di svenire per quanto è calda, il mio viso si fa rosso fuoco, sudo ma pian piano mi abituo e riesco in qualche minuto a sedermi nella vasca. Ci sono i getti idromassaggianti e le scosse elettriche...sì... un pò inquietante l'acqua elettrificata ma una signora a gesti mi fa capire che fa bene (?).
Devo uscire, mi sento male, mi gira la testa da svenire. Mi bagno con la doccia fresca e poi mi dirigo nel piccolissimo rotemburo, un giardinetto con due vasche deliziose, una a 35 e una a 25 gradi, tra piante e roccette. Mi rilasso e per un pò sono sola, poi arrivano altre due signore che mi osservano, non parlano inglese, loro parlano in giapponese ed io rispondo in italiano, solo una parola mi è chiara: "country", e rispondo "Italy". Poi vari sayonara e arigato, se ne vanno ma mi guardano dalla vetrata e altre donne mi guardano sorridendo...probabilmente non è così normale vedere una straniera in un luogo così popolare e non turistico. Altra immersione a 47 gradi, questa volta più sopportabile e poi dopo essermi asciugata e rivestita ritorno nel caos, tra le musichette alienanti della metro e tra la folla dove è bello smarrire la propria identità.

*un onsen è un bagno d'acqua termale che sgorga dalle viscere della terra tra i 40 e i 50 gradi e di cui il Giappone è pieno ad ogni latitudine. Anche Tokyo vanta tantissimi onsen più o meno eleganti o popolari. L'acqua viene intubata a parecchi metri di profondità nell'oceano e convogliata non solo negli stabilimenti ma anche negli alberghi e negli appartamenti di lusso. Nell'onsen uomini  donne hanno ingressi e vasche separate, solo nel rotemburo vale a dire la vasca nel giardino esterno talvolta ci si può incontrare (in costume da bagno). Nell'onsen si entra nudi, non prima di essersi lavati a fondo, per non sporcare l'acqua termale. Chi ha tatuaggi non è visto di buon occhio e spesso gli viene negato l'ingresso poichè chi è tatuato può essere scambiato per un membro della jakuza, la mafia locale. Nelle vasche ci si immerge per un massimo di dieci minuti, finchè si resiste o finchè non si ha la sensazione di essere un polpo bollito...


mercoledì 9 luglio 2008

Vagando tra la folla di Shibuya


il cielo di Tokyo è perennemente grigio, anche quando c'è il sole, inoltre sia di giorno che di notte c'è sempre un rumore di sottofondo, tipo delle frequenze basse, insomma il silenzio non esiste.Esco dall'albergo e mi butto nella stazione di Shinagawa non prima di aver bevuto un buon espresso al bar Segafredo (lo sapevo che l'avrei ritrovato!!!).
Coda per salire sulle scale mobili, coda per fare il biglietto alle macchinette, coda per scendere al binario, coda per salire sul treno, c'è la solita musichetta alienante che caratterizza ogni stazione della metro e c 'è gente di tutti i tipi che corre ovunque.Calcolate che una stazione della metro a Tokyo è grande come Malpensa , milioni di pendolari, centinaia di treni e centri commerciali inclusi...
Dove vado cosa voglio rivedere per prima cosa? beh a sole cinque fermate c'è Shibuya, uno degli incroci più famosi del mondo, con i suoi mega schermi sulle facciate dei grattacieli e i fiumi di persone che attraversano la strada, ma sì, dopo pochi minuti arrivo a destinazione, ci metto dieci minuti per uscire dalla metro..aiutoooo, qualcosa è cambiato ma poi finalmente eccomi ad Hachiko exit, davanti all'incrocio. Macchina foto alla mano aspetto il verde e mi butto nella mischia scattando foto a raffica...Qui puoi vedere le mamba ragazze un pò tamarre, abbronzatissime biunde ossigenate e cotonate, pantaloncini, zeppe ombretto bianco e ciglia finte che però non sanno camminare sui tacchi.Le mamba fanno parte della cultura gyaru, dedita al consumismo di qs quartiere e alla musica che qui si ascolta. Ogni via che si dirama dall'incrocio dà il nome a sottogruppi modaioli, i negozi hanno altoparlanti con musica a palla e vendono di tutto, i grandi magazzini grattacielo sono concentrati ai quattro lati dell'incrocio. Salgo nell'ascensore di vetro dell'hotel che si affaccia sull'incrocio, fino al 26mo piano per vedere l'attraversamento dall'alto, c'è pure un campo da calcio sul tetto di un palazzo...dopo vari su e giù con l'ascensore super veloce vago tra i vicoli, riprendo la metro e mi dirigo a Ginza per una passeggiata nel cuore chic di Tokyo.
Cena ad Ebisu in un ottimo ristorante cinese...

martedì 8 luglio 2008

il fioraio di Otsu


Sette anni dopo eccomi per caso di nuovo ad Otsu, località a pochi km da kyoto sul Lago Biwa, il più grande lago del Giappone. Con la Fenice avevamo fatto due recite di Traviata al mega teatro dell'opera che hanno costruito e che vanta sempre un gran bel cartellone. Questa volta son qui per sentire il concerto di Gus alla Figaro hall, un teatro privato di tre-quattrocento posti che un dentista (!?!) amante della musica si è costruito in casa e che ha una regolare stagione di concerti...A cena socializzo con la ricca figlia del ricco dentista e con sua madre che si offrono di accompagnarmi a passeggio sul lungolago (la ragazza dice che sa che quando si è stati in un posto fa piacere ritornarci...).Parlando vien fuori il fioraio di Otsu che con le sue assistenti aveva improvvisato un concerto con le canne di bambù fuori dal suo negozio per me, Silvana, Paolo e Silvano e che tanto carino era stato con noi, regalandoci un libro delle sue poesie.Le due donne ridono, mi invitano a salire in macchina e mi portano al negozio, dove ritrovo un uomo invecchiatissimo (strano per un giapu) e la sua assistente.Subito sono perplessi ma poi si ricordano di me e di quella sera magica che ha lasciato nel cuore di tutti noi un bellissimo ricordo.Mi ringrazia della visita e mi dice arrivederci...
Rientro in tarda serata a Kyoto, bellissima città sospesa tra antiche tradizioni e super tecnologia

domenica 6 luglio 2008

arrivo a Tokyo


...Per assurdo il paese più tecnologico del mondo difetta di punti internet e anche trovata la connessione qs pagina non si apre.
Arrivo a Tokyo con un caldo infernale, altro che le nostre calure di agosto, il caos sempre quello, dopo un viaggio senza posto finestrino di 12 ore più due di pullman per arrivare all'hotel.
Il quartiere è quello dell'altra volta,Shinagawa e ci metto pochissimo a riconoscere, strade, locali e caos nella metro. Cena con Taisuke e Mikako in un buon ristorante scelto da loro, menù a base di pesce cotto e crudo, tentano di farmi degustare anche la balena...rifiuto cortesemente...sti giapu sono proprio poco ecologici...nanna nanna domani alle 8 si parte per Kyoto.

giovedì 3 luglio 2008

scarpe


Mancano poco più di 24 ore e ancora non ho deciso che scarpe portare con me. L'altra volta avevo portato un sacco di roba tra vestiti e scarpine ma il caldo di tokyo ti fa passare qualunque vagheggio modaiolo e finisci sempre in pantaloni larghi e leggeri con infradito!
questa volta non mancheranno i miei scarponi, pronti a portarmi sul monte Fuji, (spero davvero di riuscire a realizzare questo desiderio) e poi le scarpe da ginna, anche se non son sicura. E poi? I sandali neri col fiore rosa? Le paperine rosse? Le scarpe bianche laccate che non hai ancora visto? E le scarpe nere di vernice? Poi ci sarebbero anche gli infradito ma se piove? E poi, tutte ste scarpe dove le metterei?Forse andrò in qualche club a Roppongi o a teatro chissà...Ora cerco di infilarle dentro tutte!
Le scarpe sono la mia passione, ne comprerei di continuo, tutte con tacchi vertiginosi, sui quali peraltro cammino benissimo... 
Sono curiosa di sapere che cosa mi succederà in questo tempo, per sapere come sarà domani basta aspettare che domani arrivi, ma a volte l'attesa ti fa perdere tempo, ore, giorni, anni...
Ora mi rendo conto di dover fare solo i conti con me stessa, col mio orgoglio, come una leonessa che si lecca le ferite, già... ma lei il suo sguardo fiero non lo perderebbe.

mercoledì 2 luglio 2008

il vento

A due giorni dal mio volo per tokyo sono qui a scrivere, senza quell'ansia che di solito accompagna la partenza per un viaggio importante forse perchè è un ritorno, tant'è che sono qui, in attesa e i miei pensieri corrono nel vento di questa giornata calda ma non si impigliano tra i rami, non si fermano nel tempo che scorre, ed io rimango immobile aspettando un segno, come se dovessi restare, senza dolore e senza amore.